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II° Corso di Introduzione alla Speleologia : Buio Verticale Gruppo Speleologico C.A.I. Gubbio
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Gubbio (PG)

Un altro corso è andato, già finito, un corso lungo, impegnativo, che ci ha svuotato di energie ma arricchito di emozioni. Come sempre tiro un sospiro di sollievo, tutto è andato liscio, guardo le facce sorridenti delle persone che ho intorno, un pizzico di malinconia si fa spazio tra i pensieri, la consapevolezza che qualcosa di bello e irripetibile è finito vela gli animi di tutti mentre stanchi torniamo dall’ultima trasferta in terra triestina.

È stata una bella esperienza vissuta insieme a un gruppo di persone fantastiche che si sono impegnate ed hanno raggiunto risultati insperati superando paure, incertezze, difficoltà con spirito di adattamento e tenacia; un gruppo unico, unito, coeso.

Tante cose ci sarebbero da raccontare, con gli occhi pieni di immagini ed emozioni guardo il foglio bianco cercando invano di descriverle con le parole, ogni momento di questo corso è stato indimenticabile e resterà spero nei ricordi di molti di noi, allievi e istruttori.

Momenti che scorrono veloci come questi due mesi trascorsi in un lampo. La prima palestra alla Grotta di Sant’Agnese, le prime manovre su corda, il fumo che si leva dal fuoco scoppiettante attraversato dai raggi del sole dentro il grande androne, la fatica e le incertezze, ma anche la determinazione nel provare e riprovare manovre difficili e sconosciute.

La grotta di Faggeto Tondo, primo approccio per molti al mondo sotterraneo, il gesso, il fango e le luci che si muovono nel buio, gli occhi curiosi che osservano ogni dettaglio.

Fondarca con la sua magia, le manovre su corda sempre più complesse, la fila per salire su verso il cielo a provare l’emozione di quel saltone nel vuoto di quasi 50 metri che attrae e spaventa, la fatica e la cena tutti insieme per non salutarsi troppo presto.

La Grotta del Fiume di Frasassi, le battaglie di fango, le concrezioni incredibili, i giochi e gli scherzi nel buio e il bagno nel fiume a ottobre per lavare attrezzi e vestiti.

E poi il Cucco, severo banco di prova per tutti, le luci che scendono nelle viscere della terra sempre più giù fino a raggiungere il fondo del Baratro dove vanno a far compagnia a quelle piccole fiammelle che si vedono da lontano alla base del grande pozzo, il freddo e la fatica nel risalire, il panorama notturno scendendo dalla montagna cava, la soddisfazione per il risultato ottenuto.

Infine la trasferta nel carso triestino, il viaggio interminabile, la visita alla città ventosa illuminata al tramonto, l’ostello, la Grotta Impossibile, immensa e stupenda; l’Abisso di Trebiciano e l’interminabile serie di gradini per raggiungere finalmente l’immenso salone Lindner sul fondo del quale scorre il Timavo, leggendario fiume nascosto. La cena in Slovenia da Cristian con gli amici della Boegan, le risate, le canzoni, il vino, gli stinchi, il casino. Tutto indelebilmente impresso a fuoco nella memoria.

Vorrei ringraziare infinitamente tutti coloro che con il proprio impegno, grande o piccolo, hanno contribuito alla buona riuscita di questo corso: allievi, istruttori e docenti, ma anche gli amici triestini che ci hanno ospitato e guidato sopra e sotto la loro bellissima terra.

Speriamo di aver trasmesso ai nostri allievi una piccola parte della nostra passione per il mondo sotterraneo e di aver trovato in loro nuovi amici e compagni di avventura.

Potrei continuare ancora all’infinito con complimenti e ringraziamenti ma ascoltarli da una sola voce sarebbe noioso, così riporto di seguito impressioni e riflessioni di chi questo corso come me lo ha vissuto intensamente sulla propria pelle…

Grazie ancora di cuore a tutti!

 Mirko B.

Siete veramente grandi! Questi due mesi sono volati, ed hanno lasciato emozioni bellissime e indelebili, un mix di posti incantevoli, persone semplici e vere, cultura, passione allo stato puro, hanno permesso anche a chi non aveva mai avuto grandi esperienze con la montagna di raggiungere risultati impensabili!

Grazie di cuore a tutti…

Graziano

… per quanto mi riguarda sono io a dover ringraziare te e tutti gli altri per come proponete questo corso.
Siete un gruppo fantastico e riuscite ad appassionare la gente in maniera straordinaria. Mi dispiace che il corso sia finito, però felice e contento di avere avuto la possibilità di farlo e soprattutto di aver conosciuto persone come voi. Come hai detto tu l’avventura inizia adesso e sta pur certo che io ci sarò.
Grazie di nuovo.

Francesco

La speleologia ha una grande dote, nessuna malizia, nessuna strategia, solo un obbiettivo impegnativo da perseguire: la corda che finisce giù nel nero!! Tutti ci immergiamo in un mondo diverso dall’abituale e ci spogliamo completamente da conformismi riportando tutto alla naturalezza dell’essere!!

Semplice! Anche questo splendido corso ne è la prova!

Giorgio B.

… esperienza unica e grandissimo gruppo… professionalità, divertimento e sorriso…

Deny

… vi dico solo che lunedì al lavoro avevo la stessa sensazione che si prova quando ci si lascia dopo una storia d’amore. 🙂 Tristezza e vuoto.

Siete arrivati anche nel profondo del mio cuore!

Laura

Alzarsi la mattina, caricare l’attrezzatura e avviarsi all’appuntamento con gli altri: battute, risate, scherzi fino all’ingresso della grotta, la meta e il dono per la nostra giornata.

Nel momento dell’ingresso, un attimo di silenzio, per prendere coscienza del nuovo ambiente ma anche per rispetto verso la parte più intima della terra: perché in questi paesaggi plasmati dal tempo ti senti veramente piccolo.

Poi, senza quasi accorgersene, grotta e uomo diventano simbionti: il rumore dell’attrezzatura durante i frazionamenti, i respiri affannati di una risalita, le battute durante l’attesa della corda vanno a riempire l’immenso silenzio che regna all’interno.

Poi si torna all’aperto, e profumi e rumori acquistano un’altra dimensione.

Forse la speleologia è proprio questo: assenza di distrazioni esterne che permettono di assaporare in pieno l’unica cosa che conta. Il rapporto con i tuoi compagni di avventura!

Giorgio M.

Scoprire i propri limiti

Provare a superarli

E nel buio

Lasciarsi meravigliare dalle

Emozioni vissute

O dallo spettacolo illuminato.

Liberi di essere

Oltre il tempo e le abitudini

Gioire della vicinanza dell’altro e

Insieme esplorare il silenzio per

Arrivare al centro di un desiderio

Francesca

Non è stato facile descrivere un’impressione scritta sull’esperienza fatta durante il corso di speleologia di Buio Verticale. Sono giorni che inizio digitare qualche parola e poi, dopo poco, mi blocco.

Ce ne sarebbero tante da dire, avrei il desiderio di riuscire a mettere su parole le emozioni che ho provato. Il più delle volte ho tentato di scrivere qualcosa di semplice ma efficace, però scadevo spesso nel banale o in parole generiche che si sentono spesso in molte descrizioni di belle esperienze.

Pensando bene alla grotta e a tutto il periodo del corso, quello che per me ha lasciato più il segno sono circa cinque minuti. Se riuscissi a descrivere a parole quei cinque minuti allora forse mi avvicinerei alle emozioni provate durante l’esplorazione delle grotte.

Dopo ogni escursione, uscivo dalla grotta, mi sistemavo e poi spontaneamente avevo quei cinque minuti tutti miei. In quel lasso di tempo tutto torna alla memoria del “neo speleologo”. Tutto ciò che hai passato: il croll che non si apre, il passaggio angusto, il punto d’appoggio che manca, la longe che non si toglie, la chiave fatta male… tutto torna alla memoria e diventa splendido. Inizialmente imprechi, dici “ma chi me l’ha fatto fare?”, altre volte ti incazzi che non ti riesce una cosa, altre volte ti innervosisci… ma alla fine, in quei cinque minuti tutto finalmente diventa positivo, tutte le fatiche si trasformano in gioie che vorresti di nuovo ripetere. Ovviamente, tutto questo va ad amalgamarsi alle sensazioni ed emozioni positive che si provano in grotta: le bellissime formazioni rocciose, i suoni della grotta, gli odori, l’aria che attraversa i punti più stretti, il divertimento insieme al gruppo speleo che sta attraversando questa esperienza insieme a te.

Tutto torna in quei cinque minuti come una grossa dose euforica.

Sei lì, fuori dalla grotta, hai completato la giornata, ti stai togliendo l’attrezzatura, sei appoggiato ad una roccia, oppure stai tornando alle macchine per tornare a casa… in uno qualsiasi di questi momenti ti concedi quei cinque minuti tutti per te.

La grotta insegna all’uomo la forza della natura, la grandezza di questa cosa che ci circonda. Ti senti inutile dinnanzi a tanta potenza. Siamo abituati ad agevolare il mondo secondo le nostre esigenze, lì dentro sei tu, speleologo, che ti adatti alle esigenze della natura, non sei il benvenuto, devi rispettarla e apprezzare quello che ti concede. Una sensazione unica.

Poi, non di meno, c’è tutta la parte della compagnia, i legami che si creano, il rispetto le risate le serate a cantare a mangiare a bere, il post grotta. Tutte persone con cui è un piacere vivere l’esperienza della grotta ma anche tutto quello che è il “dopo” ovvero il momento gioviale.

Spero di poter continuare questa bellissima esperienza e la consiglio vivamente a tutti

Stefano

Carissimi istruttori e carissimi compagni buio verticali, ho il cuore e l’anima piena di ricordi meravigliosi e il corpo ancora abbellito da alcuni lividi che piano piano scompaiono e mi dispiace pure. Quanto ero orgogliosa di quei lividi, sinceri testimoni delle nostre avventure e compagni di vita durante i giorni che spaccando la schiena al lavoro non vedevo l’ora che arrivasse domenica per “soffrire” di nuovo, ma in quel caso per pura passione e un dolce masochismo…

Mi viene solo di ringraziarvi tutti dal profondo del cuore!

I nostri istruttori pazzi furiosi pieni di passione e voglia di fare! Pieni di esperienze di questo mondo magico, questo mondo buio, misteriosamente silenzioso e umido che nello stesso momento può illuminare quei pochi che hanno voglia di vederlo e può scaldare i cuori di quelli che hanno voglia di avventurarsi per rendergli omaggio. E sono proprio contenta e molto orgogliosa di tutte queste persone che hanno provato che tali avventure vanno condivise, come le proprie conoscenze e anche i propri sentimenti. Questa loro voglia ci ha fatto credere sia a loro che in noi stessi. E ci ha fatto arrivare fino alla fine di questo percorso difficile, pieno di paure, scommesse con il proprio ego, fatica fisica e mentale; ma quanto ne valeva la pena!
Guardando le nostre foto e ascoltando le canzoni che hanno accompagnato i nostri viaggi sotterranei vedo solo sorrisi enormi e occhi pieni! Pieni di immagini meravigliose che solo le grotte possono regalare, pieni di orgoglio per tutti i piccoli passi riusciti e pieni della curiosità che solo negli occhi di bambini si può vedere per tutto quello che questo mondo ha da regalarci ancora!

Grazie quindi a voi cari istruttori che sempre con il giusto umorismo e con tanta precisione ci avete permesso di entrare in questo mondo, grazie per avere accompagnato ogni nostro singolo passo, grazie per averci dato il coraggio di andare avanti quando c’erano quei tanti momenti di “chi me lo fa fare…” e “noooo, io non ce la farò mai…”, grazie per averci permesso dire “io ce l’ho fatta!!!” e “mio Dio sono ancora viva!!!”.

E un grazie enorme va a tutti i miei compagni neonati buioverticali per tutte le risate, tutte le cavolate dette e fatte…e per il coraggio e la forza che ognuno ha dimostrato e che forse senza neanche volerlo ha dato agli altri la spinta di andare avanti.

Io sempre dico che non mi fido neanche di me stessa ma stare sospesa nel vuoto da una cordina che io ancora insisto che mi sembra troppo fina… hi!hi! non potevo fare a meno che fidarmi di voi! E dell’amata cordina… e ne sono proprio contenta!

Allora preparate le attrezzatture e tutte le doPie che volete! Io sono pronta!

Ci vediamo questa domenica e mooooolto probabilmente ci vediamo per il campo interno!

Con affetto,

La Greca!

Avevo lisciato il corso nel 2013, arrivando troppo tardi a iscrizioni chiuse, con rammarico e curiosità avevo seguito l’evolversi delle sua vicissitudini, tartassando nel tempo il povero Mirko, che quest’anno mi ha inserito per sfinimento nel cerchio magico.
Mi sono avvicinato alla grotta con la sufficienza (ma nell’assoluto rispetto) di chi non conosce, prendendola come l’ennesima “cosa nuova da fare”.

Dopo la prima uscita la “cosa” è diventata uno sport, dopo la seconda è diventata un’attività, alla terza un’esperienza intima.
Per me il corso è stato questo: una continua evoluzione. E quell’intimità è stato il risultato più grande per quanto mi riguarda. Perché ci siamo guardati in faccia, io e Lei, confrontandoci su tante cose, e alla fine una cosa l’ho capita: la Grotta è democratica. A Lei non interessa chi sei o cosa fai, non fa distinzione se sei atletico o goffo, se hai la grana o le pezze al culo, se hai problemi o la testa sgombra. Lei ti da ma si prende tutto, e tu non puoi far altro che esserci e assecondarla.
Perché quando esci vivo da questa bocca enorme ti senti un sopravvissuto, e la sensazione è davvero inebriante.
E come in grotta tempo e spazio hanno una dimensione tutta loro, così il corso se n’è andato come un battito d’ali di pipistrello.

Ai ragazzi che hanno condiviso con me questo percorso posso solo dire “grazie”, ci siamo fatti forza a vicenda, anche senza volerlo, anche quando non ce ne rendevamo conto. E cosa ancora più incredibile, ci siamo trovati, e non credo sia molto comune oggi.

Agli istruttori, che oggi sono nostri fratelli maggiori che guarderò sempre con ammirazione e invidia buona, dico solo che raramente ho provato la stessa sensazione di fiducia in qualcuno. Ci avete guardato le spalle, e credo che la vita e i rapporti, alla fine, siano questo: di chi ti puoi fidare. Per cui grazie anche a voi, ma elevato a potenza.

Siamo stati degli astronauti, solo che invece di uscire dal Pianeta, ci siamo entrati dentro.
Ci vediamo nel Buio.

Giuliano

Guarda tutte le foto su: https://www.flickr.com/photos/buioverticale/sets/72157649151521705/ 

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