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Speleologi per caso : Buio Verticale Gruppo Speleologico C.A.I. Gubbio
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p103009308 settembre – 16 ottobre 2016

IV° Corso di Introduzione alla Speleologia – Gubbio

Si è da poco concluso il nostro IV° Corso di Introduzione alla Speleologia, un evento che ha tenuto impegnato il gruppo per più di un mese. Impegno ripagato con bellissime esperienze e nuovi amici.

Un ringraziamento speciale va a tutti coloro che hanno reso possibile questa nuova meravigliosa avventura: in primo luogo i membri del gruppo e gli istruttori, sempre pronti a dare il massimo per la buona riuscita di ogni evento, a tutti i soci della Sezione CAI di Gubbio, per la loro disponibilità e l’appoggio, agli amici della Commissione Grotte Eugenio Boegan, per l’ospitalità e l’accoglienza che ci hanno riservato nella trasferta di fine corso. Insomma un ottimo risultato finale ottenuto con la partecipazione e il contributo di molte persone a cui va il nostro ringraziamento, un impegno che speriamo serva a far crescere il gruppo e a far appassionare più persone a questo mondo stupendo che è la speleologia.

È difficile trovare sempre parole nuove per descrivere questa esperienza così, come ogni anno, vogliamo lasciare la parola a chi l’ha vissuta in prima persona. Abbiamo quindi chiesto ai neo-speleologi di raccontarci la loro impressione…

“Perché vai in grotta?” È questa la domanda che spesso mi fanno i miei amici. E la mia risposta spesso e volentieri è: “perché non andarci?”. Ho iniziato questo percorso per vari motivi, primo di tutti è la passione che mi hanno trasmesso mio padre e mio cugino che fin da piccola mi parlavano di quello che è il mondo ipogeo, accrescendo in me la curiosità di scoprire io stessa le meraviglie che si nascondono sotto terra. Inoltre l’idea di superare i vari limiti, che in fondo noi ci imponiamo, mi allettava molto. Grazie all’esperienza fatta ho superato anche le mie paure, tra cui quella del buio, questo perché non solo si mette alla prova il corpo ma anche e soprattutto la mante. Come ultima considerazione vorrei fare la più importante, cioè quella sul gruppo. Sapevo che mi sarei trovata bene, ma non pensavo fino a questo punto. Ho trovato e conosciuto persone che mi hanno trattato come la “piccolina” del gruppo, aiutandomi nella crescita in questo campo, come dei genitori. Anche se la maggior parte del lavoro su corda è individuale, c’è sempre qualcuno vicino a te, che non ti lascia solo. La mia soddisfazione più grande? Credo sia stata a Fondarca, i 50 metri più lunghi della mia vita, tanto duri che Mirko, che ci aspettava in cima, mi sembrava l’apparizione di Cristo. Ma si sa più è dura la salita, più il panorama è fantastico.

Letizia V.

Nonostante sia da sempre appassionata di montagna, non avevo mai pensato di partecipare ad un corso di speleologia fino a quando un giorno di metà estate, trovandomi in quel di Val di Ranco a Monte Cucco quasi per caso, decisi di fare il percorso turistico della Grotta del Monte Cucco; mi si è letteralmente aperto un mondo! Iscrivermi al corso è stata una delle scelte migliori che avessi potuto fare; quell’ambiente tanto ostile quanto affascinante mi ha permesso sia di apprezzare ancora di più le mie amate montagne viste da un’altra prospettiva, sia di accrescere la mia curiosità di esplorare, ma soprattutto mi ha permesso di conoscere ed approfondire me stessa mettendomi alla prova e tirare fuori quella stima di me che avevo un po’ perso. Oltre a questo ho trovato il gruppo semplicemente fantastico, estremamente competente, unito, coinvolgente, capace di metterti a tuo agio fuori e dentro la grotta e con il quale sono entrata quindi subito in sintonia, dopotutto è proprio il gruppo la forza della speleologia! Non esagero quando dico che “un’uscita tira l’altra”, perché diventa davvero così!

Federica R.

Erano i primi giorni di settembre ed insieme ai miei amici decidemmo di fare un’uscita alla Grotta del Monte Cucco in notturna. Presi i contatti e organizzata la cosa si partì per incontrarci con la guida; un certo Mirko. Già durante la strada di avvicinamento alla grotta capii che questo Mirko ne sapeva davvero tante e gli piaceva anche spiegarle perciò, vista la mia curiosità, cercai da subito di stargli vicino per cogliere più notizie possibili. Beh, questo fu l’inizio di quattro ore in cui più il tempo passava e più venivo rapito da questo nuovo mondo a cui mi ero avvicinato per caso. Sempre grazie a Mirko quella sera venni a sapere che con un corso, che sarebbe iniziato da lì a breve, potevo entrare a far parte del meraviglioso mondo della speleologia. Mi bastò questo e alcuni giorni per organizzarmi per iscrivere me e Valeria al corso e iniziare questa nuova avventura. Questo fu l’inizio del tutto con la speleologia e a distanza di alcuni mesi, dopo aver completato il corso e aver partecipato ad altre uscite, sono già nella condizione di non poterne fare più a meno. Non farne più a meno perché mi accorgo che come un drogato di buio, umidità, freddo, buona compagnia, natura, adrenalina, fatica, curiosità e tante altre cose che hanno a che fare con la speleologia ho bisogno periodicamente della mia dose di tutto questo… Tutto questo grazie a Mirko che quella sera, per caso, mi ha rapito con i suoi racconti e le sue spiegazioni!

Andrea B.

La grotta? Non ci avevo mai pensato. Finché un giorno, Mirko P. (mentre montavamo le indicazioni del sentiero 1000 sul Monte San Vicino) mi iniziò a parlare del Carso Triestino, della grotta che avremmo visto con il corso (la Grotta di San Canziano: esperienza celestiale), dei laghetti, delle cascate. Qui inizia la mia voglia di esplorare questo Nuovo Mondo. La sensazione che ricordo come prima e indimenticabile è stato entrare in grotta con il terrore della claustrofobia e invece trovare l’aria più buona che i miei polmoni avessero mai respirato… boom! Un nuovo mondo da scoprire si apriva davanti a me. Nuove emozioni, nuovi odori (che rimangono anche dopo, impressi sulla pelle); il tempo e lo spazio non esistono; nuovi attrezzi da imparare ad usare. In grotta è tutto completamente diverso ma tutto così uguale a volte. Per questo è magico, come magico è il rapporto che si va a creare con il gruppo. Si va al passo del più lento, questo implica il rispetto dell’altro fino alla fine, condividere tutto. Condividere emozioni, belle o brutte esse siano. Tutto insegna e tutto questo me l’avete insegnato voi di Buio Verticale. Grazie! Speriamo in una lunga storia.

Moira S.

Mi è stato chiesto di scrivere “un piccolo racconto” sulla mia esperienza di avvicinamento alla speleologia, in realtà non scriverò nulla di tutto ciò, non sarei in grado di farlo, ma posso provare a riportare in queste poche righe, condividendolo con chi le incrocerà, qualche frammento di quello che ho provato. Mi sono iscritto al corso di introduzione alla speleologia senza un motivo preciso, non l’ho fatto per conoscere nuove persone, non l’ho fatto per cercare un nuovo passatempo, non l’ho fatto perché mi annoiavo la domenica, l’ho fatto semplicemente perché m’incuriosiva. Ricordo la prima lezione, ho svuotato la mia sacca davanti ai piedi ed ho pensato… e adesso?! E adesso ho capito che forse, in realtà sapevo già perché mi ero iscritto. Mi sono iscritto perché volevo vedere un mondo vecchio ma nuovo, un mondo su cui cammino tutti i giorni ma a cui non ho mai dato molta importanza, mi sono iscritto perché volevo confrontarmi con me stesso, mi sono iscritto perché volevo imparare qualcosa di cui nuovo. Devo ammettere che è stata un’esperienza strana: ho sudato, a volte anche freddo, ho faticato, mi sono sporcato, bagnato, ho sentito freddo, caldo e di nuovo freddo, ho visto cose che non avrei mai visto, ho fatto e disfatto chiavi che non hanno aperto porte ma buchi neri… ho mangiato e bevuto insieme a persone che hanno condiviso con me il mio percorso, ho dovuto affrontare le mie paure e mi sono divertito nel farlo! Oggi il corso è finito, non so cosa sia cominciato e non so quanto durerà, so solo che oggi guardo le cose in modo un po’ diverso da prima e quando cammino non mi chiedo più soltanto in quale direzione stia andando ma anche cosa ci sia sotto i piedi!

Erik L.

Categories: blog, slide

One Response so far.

  1. Mauro Mattei ha detto:

    Questo è Buioverticale…

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