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Al Nibbio col vento : Buio Verticale Gruppo Speleologico C.A.I. Gubbio
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21 febbraio 2016

Grotta di Monte Cucco, Costacciaro (PG)

“Eppure il meteo aveva messo bel tempo…” commentiamo in macchina salendo verso Pian di Monte, ma il Cucco riserva sempre molte sorprese e stavolta ci accoglie con un inatteso immenso nebbione di cui avremmo fatto volentieri a meno, ma che non ci fa cambiare idea sul nostro obbiettivo della giornata: il Nibbio.

Scesi dalle macchine, inizia la vestizione e la lotta contro il vento, io e Arca ci guardiamo e, reduci dalla Regione Italiana della scorsa domenica con un avvicinamento non proprio dei più semplici, ci mandiamo scherzosamente a quel paese alla faccia dell’uscita tranquilla di oggi che c’eravamo prefissati.

Attraversato il pratone il vento diminuisce di parecchio, possiamo anche parlare e scopro che a parte Mirko e Arca, per Valerio così come per me e Stefano è la prima volta al Nibbio. Sono curiosa.

L’avvicinamento prosegue: dall’ingresso principale bisogna salire ora per un centinaio di metri di dislivello, fino all’ingresso alto, una trentina di metri sotto la cima del monte.

Salendo il vento riprende a sferzare con più violenza, si fa fatica a procedere e a stare in piedi, salgo a testa bassa aiutandomi con le mani lungo il pendio innevato, il vento è fortissimo e gelido, nebbia, non si respira, per alcuni minuti si procede così.. ma siamo per caso sull’Everest?

Finalmente all’ingresso… ci “scaldiamo” un po’ con l’aria che proviene dall’interno allungando e sfregando le mani sopra a mò di stufa.

Mirko parte per primo per armare, uno a uno lo seguiamo nella discesa in questa parte di Cucco. Si scende parecchio, non pensavo fosse così profondo il Nibbio, e mi meraviglio di quant’è immensa questa grotta e di quante zone ancora ci sono da vedere.

Frazionamento dopo frazionamento, “Libera!” dopo “Libera!”, arriviamo alla galleria Sigillo, bellissima condotta ricca di concrezioni. Camminiamo tra pareti, stalattiti e stalagmiti bianchissime, segno che di qui non passa poi così tanta gente, sembra di essere in un’altra grotta.

In fondo alla galleria inizia il pozzo del Groviglio, mentre Mirko continua ad armare guardiamo l’orologio, lo stomaco brontola, in effetti è l’una passata, ci rifocilliamo.

Riprendiamo la discesa. So che il nostro obiettivo è arrivare al pozzo Perugia, ma quando poi ci sono non mi accorgo se non alla fine! Incredibile come arrivarci da un’altra strada ti disorienti. La bellissima calata da 40 metri nel vuoto sul Perugia conclude la nostra discesa.

Cambio attrezzi e si risale subito per non infreddolirci troppo, ci aspettiamo a vicenda e nelle attese c’è anche tempo di fare piccole esplorazioni tra strettoie, pozzetti e piccole risalite.

Ad una quarantina di metri dall’uscita il rumore del vento è incredibile, l’aria che si canalizza verso il piccolo ingresso sembra una cascata d’acqua in piena.

Usciti è ancora giorno… è ancora nebbia… io, Stefano e Mirko aspettiamo Arca e Valerio che nel frattempo disarmano.

La nebbia di colpo sparisce e ci regala uno dei più bei spettacoli che abbia mai visto, un colpo d’occhio sui Sibillini innevati, le rosse cime dell’appennino illuminate ancora per poco dai raggi del tramonto, cielo sereno, luna piena che avanza e l’ombra imponente del Cucco che si staglia fino al mare, come una cima himalayana. Spettacolo!

Usciti tutti tagliamo giù per il ripido pendio dritto per dritto, scivolando col sedere per un centinaio di metri fino al sentiero. E’ quasi buio, in cima le sagome di tre caprioli che ci osservano, forse ridono del nostro stile di discesa…

Marta P.

Guarda tutte le foto su: https://www.flickr.com/photos/buioverticale/albums/72157675588539472

Categories: racconti, slide

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